La Storia

La storia di Riva deve la sua esistenza alla determinazione e abilità di Carlo Riva. Quarta generazione di costruttori di barche, sulle rive del Lago d'Iseo, fu la sua visione che trasformò la firma di famiglia in ciò che conosciamo oggi. 


Fu la sua costante ricerca di qualità, la sua attenzione sia al design che all'efficenza che assicurarono la longevità di molte barche Riva. 


Purtroppo Carlo ci ha lasciato il 10 aprile 2017, e ora entra nel mondo delle personalità leggendarie che hanno dato il cuore e l'anima al proprio sogno. Il registro internazionale di Riva Historical Society vuole catalogare le barche rimanenti.

Riva Corsaro

Il Corsaro è derivato da un progetto del 1946.

Nato col nome AR, diventa Corsaro nel 1953. L’AR è largo m.1.50 e lungo m.4.82, nel 1950 misura m.1.75x5.00, nel 1952 misura m.1.86x5.30. Pur molto bello, trovò un limite alla sua diffusione nella sua sportività. Ha la coperta in massello Honduras filettato di acero nelle giunzioni, ha una sola panchetta di sedute, non reclinabile e senza un prendisole protetto. Perciò, è idoneo soltanto al trasferimento veloce di due persone. Con il 1953 la motorizzazione è solo Chris Craft. 

Nel 1955, nel tentativo di accentuarne la sportività, il Corsaro viene allungato portandolo a m.5.65 e dotato di una potenza di 158 Hp. Ha volante a due razze e sedile bordato in vipla verde, con saran a disegno scozzese verde. Il cruscotto, originariamente serigrafato a righe orizzontali, adotta come gli altri modelli la formica variegata grigia nel Corsaro ed una maggior dotazione di strumenti di controllo. Adotta, inoltre, tutte le innovazioni introdotte anche per gli altri modelli (Scatola sterzo, albero elica, viterie ed impiego di collanti nelle murate). Anche il parabrezza, prima in due parti di cristallo, è, nell’ultima serie, in un pezzo unico.

Riva Scoiattolo

È uno scafo fuoribordo che nel 1950 si chiama modello AV disegno N°43

È offerto con motorizzazioni a scelta sia per marca che per potenza. Con la serie 1953 la motorizzazione è solo Evinrude 25 Hp. La larghezza è di m.1.45, mentre la lunghezza varia con gli anni, da m.4.12 a m.4.26 nel 1955, a m.4.30 nel 1956. E’ caratterizzato da un piccolo spoiler oltre lo specchio di poppa e da una scatola comandi disegnata da Carlo Riva.

Il parabrezza è in materiale plastico senza cornice, il cruscotto rivestito di vinile verde scuro, il volante di derivazione Fiat ha al centro la serigrafia dei tre marinaretti. Ha due file di sedute, a stecche di mogano come il pagliolato, la poppa è priva di coperta e dietro la seconda fila di sedute vi è la cassetta degli attrezzi. Nella serie 1955 il parabrezza, sempre senza cornice, è avvolgente.

Riva Sebino

E’ il primo scafo progettato esclusivamente per la produzione in serie e con la sola motorizzazione Chris Craft di 60 Hp

Costruito interamente in fasciame di mogano Honduras, con la coperta in doghe con filetti di acero, è il primo modello con il fondo in compensato di serie. Nel 1957 la larghezza varia da m.1.88 a m.1.91, mentre la lunghezza varia da m.4.90 a m.5.11. Nasce nel 1952, originariamente dotato di un parabrezza in cristallo, in due parti senza cornice, cruscotto e sedute in vinile verde scuro, amaca portaoggetti sotto coperta e cuscino prendisole in tela verde. Con la serie 1953 i fianchetti interni vengono rivestiti in vinile verde imbottito, il parabrezza è in pezzo unico.

Nel 1955 si aumenta il numero delle ordinate portando l’interasse a cm.16. Scatola sterzo di nuovo modello, in bronzo con interni in acciaio inox. Alberi porta elica in Monel metal. Il fasciame delle murate viene applicato con l’ausilio di collanti. La carena viene applicata con viti ad alta resistenza “Phillips”, con testa a croce. Dal #98 della fine del 1956 la carena è in compensato Marine Plywood, con il #101 anche la coperta è in compensato, filettato. La serie 1957 è, inoltre, caratterizzata dal parabrezza panoramico in cristallo.

Riva Ariston

Dopo il BF Lungo del 1949 - l’ultimo prototipo prima della costruzione in serie - nasce il BM, successivamente chiamato Ariston

E’ l’unico modello presente nel listino del cantiere per tutta la gestione di Carlo Riva, ma sottoposto a continui aggiornamenti per mantenerlo degno del suo nome, Ariston, “il migliore in assoluto”. Nasce di m.6.24x1.95, con il parabrezza di cristallo in due parti e cruscotto in plexiglas. Nel 1951, invece, è di m.6.30x2.11. Nel 1952 il cristallo diviene unico, sempre senza cornice, e nel 1953 il cruscotto è in formica e la motorizzazione non è più a scelta ma solo Chris Craft da 158 Hp. Nel 1955 è oggetto delle modifiche citate per il Florida Super, dalle ordinate con interasse cm.22 a tutte le altre modifiche tecniche. Le tappezzerie sono in vipla gialla e saran a quadrettini bianchi e neri.


Nel 1956 lo scafo misura m.6.45x2.16, per alloggiare in alternativa una motorizzazione Cadillac. Nel 1957 la coperta è costruita in lamellare dal #122, mentre lo specchio di poppa è in lamellare dal #130. Si cambia, inoltre, il parabrezza: è adesso avvolgente con una cornice tale da permettere l’aggancio della capotte a mantice che, d’ora in poi, farà dell’Ariston una barca ideale per tutte le stagioni. Nel 1958 le imbottiture dei sedili, come per gli altri modelli, sono ora in crine gommato. Viene posto in dotazione un aspiratore “blower” nel vano motore e dal #171 le murate sono lamellare preformato. Con il #218 del 1958 inizia la serie 1959; essa presenta il nuovo cruscotto con il volante a calice, i nuovi strumenti e, inoltre, una capotte perfezionata. Dal #235 la tappezzeria a disegno a schiena di zebra sostituisce il Saran a quadretti, con le fasce in vipla verde marcio invece di quelle gialle. Nuovi cerniere per i portelli e volante a calice, nuovi cruscotti per i nuovi strumenti e nuove tasche laterali. Nel 1960 il motore è Chris Craft con 8 cilindri a V di 185 Hp., il seggiolino pilota è ribaltabile e il pagliolato è rivestito con una plastica zigrinata. La tappezzeria zebra con le fasce in vipla verde pastello diventa opzionale al Saran a quadretti.

Vengono introdotte le stesse modifiche tecniche citate per il Super Florida, conseguenti ai nuovi motori. Sul cruscotto compare la scritta Ariston e sopra il ferma oggetti in plexiglas a semicerchio. Tutte le viti hanno la testa a croce.


Nasce il Super Ariston con motore Chris Craft da 275Hp. Affianca in listino l’Ariston praticamente con lo stesso scafo, solo leggermente allungato a poppa per alloggiare un serbatoio più capiente e adeguato alla motorizzazione più potente. Nel 1961 nelle due serie il serbatoio è inox e vi sono, inoltre, nuovi pomelli al cruscotto ed alle leve (anche per gli altri modelli), nuovi silenziatori e la carena viene maggiormente insellata in corrispondenza della sezione maestra. La carena è oggetto di modifiche più importanti con il #409 del 1962, anno in cui la tappezzeria zebrata viene sostituita da quella tipo Tritone, cioè con bordi verde pastello ed interni a coste color avorio. Nel 1963 si introducono migliorie per l’isolamento acustico e si allungano le difese di prua di 35cm. La serie 1964 presenta molte novità (cruscotto, strumenti, viti, tappezzeria, fianchetti interni come il Super Florida) e lo scafo acquista 8cm nello slancio di prua (Ariston m.6.60, Super m.6.75). Gli scarichi d’aria laterali cambiano e sono come quelli dell’Aquarama modello 1963. La lista cromata che continua verso poppa sorregge la scritta Ariston coronata. Nel 1967 vengono introdotte nuove carene con V profondo e lunghezze uguali per Ariston e Super Ariston (m.6.80), i motori sono rispettivamente Riva 220Hp e 320Hp. Con la serie 1968 la coperta di prua subisce una modifica estetica: i trincarini di prua sono coronati da una falchetta con funzione estetica e di fermo antiscivolo. La filettatura della coperta è ora limitata alla parte centrale. Cambiano le tappezzerie, ora in skai, e il Super torna ad avere uno scafo più lungo (m.6.95). L’Ariston rimane in produzione fino al 1971 ed il Super, senza sostanziali modifiche, fino al 1974, con eccezione degli strumenti del cruscotto - che, a partire dal #980 sono uguali ai V.D.O. ridisegnati per gli scafi in fiberglass - i volanti - che sono Momo - e i motori, che sono Riva da 350Hp.

Riva Tritone

Per tanti anni è il modello di maggior prestigio del cantiere

Anche l’Aquarama, nato nel 1962 sul suo stesso scafo (in sostituzione del Tritone Aperto), faticherà qualche anno ad imporsi per la sua maggior praticità e a far cancellare dal listino il Tritone.


Nasce con 2 motori Gray Marine da 112Hp. con il nome BQ, e misura m.7.60x2.55. I successivi quattro esemplari sono costruiti con un solo motore Scripps da 350Hp. Il parabrezza è in due parti di cristallo, il volante è a due razze, mentre gli strumenti sono SW/Chris Craft neri. Nel 1953 misura m.7.90x2.62 e il parabrezza, come negli altri modelli, diviene in un pezzo unico senza cornice. Dal 1954 in poi sarà definitivamente costruito con doppia motorizzazione Chris Craft da 145Hp., abbinata a comandi elettroidraulici Chris-O-Matic. Il parabrezza diviene avvolgente ed una cornice cromata racchiude quattro parti di cristallo. Ad essa e ad una armatura mobile si può fissare un telo verde di chiusura dell’abitacolo: è l’embrione della capotte. Si montano volanti di vario modello presi dalla produzione automobilistica, nello specifico dal 1953 Alfa Romeo. Nel 1955 l’interasse delle ordinate è ridotto a cm.24, le murate utilizzano collanti per il fissaggio del fasciame. Scatola sterzo, alberi eliche, bussole dei supporti e viterie di carena sono novità comuni agli altri modelli. Viene, inoltre, arricchita la strumentazione di controllo (contaore, livello benzina, temperatura acqua elettrici). La tappezzeria è in vinile giallo con interni in saran a quadrettini. Nella serie 1956 finalmente viene introdotto un volante originale, a due razze di tipo pesante di produzione Reina, con al centro tre marinaretti.


Il #33, con lo stesso scafo del Tritone, è il Tritone Cadillac, variante in produzione sino al 1960. L’ultimo ha lo scafo più lungo. Con il 1957 la coperta di prua si arricchisce di due osteriggi per l’aerazione della cabina. In attesa dei nuovi strumenti americani, vengono impiegati strumenti Jaeger. Essi hanno il quadrante nero con grafica bianca, protetto da un vetro incassato in una cornice plastica, cromata all’esterno e nera all’interno, con una svasatura a piccoli gradini antiriflesso. Con il #40 la coperta è in lamellare e con il #44 è in lamellare anche lo specchio di poppa. Nel 1958 il Tritone usufruisce di tutte le migliorie tecniche apportate alla produzione (dal #88 nuovi cruscotto, strumenti e volante) con esclusione delle murate lamellari. Le murate continueranno ad essere in fasciame massello incollato alle ordinate, fino al 1964. Inoltre i blowers sono due, viene istallato un ventilatore in cabina e realizzato un ripostiglio sotto il sedile di prua. Su sei esemplari si sperimenta una nuova resina, in sostituzione del collante, per il fissaggio del fasciame alle murate. Visti i risultati, la resina Areodux sarà impiegata con la serie 1959. Le modifiche esterne, analoghe a quelle dell’Ariston, coinvolgono migliorie alla capotte e alle cerniere dei portelli. Comportano, inoltre, l’adozione del nuovo cruscotto con la nuova strumentazione, del volante a calice, del portaoggetti in plexiglas, di nuovi passacavi e delle tasche laterali in legno. Le tappezzerie, a partire dal #95, sono a disegno zebrato con fasce verde marcio, ma già nel 1960 saranno opzionali a quelle in Saran a Quadretti bianchi e neri. All’interno il disco forato, di aerazione della cala di prua, è ora apribile. Con il 1960 il Tritone ha tutti gli aggiornamenti comuni ad Ariston e Super Florida, anche in conseguenza all’adozione dei motori con invertitori idraulici ed impianto a 12 volt. Scompaiono così anche i comandi Chris-O-Matic.

I motori hanno un 8 cilindri a V della Chrysler con 177Hp. Tutte le viti hanno, ora, la testa a croce. La plastica che ricopre i paglioli è più ruvida ed il cruscotto si arricchisce con un accendisigari. Il materassino prendisole, opzionale, fino ad ora uguale a quello dell’Ariston (94x140 cm.), è ora più grande (120x150 cm.).


Gli scafi #128, 129, 130 vengono modificati nella coperta di poppa per ricavare un prendisole incassato. Ne verranno costruiti 15 esemplari, fino al 1962, con la denominazione Tritone Aperto.


Con il #127 nasce invece la serie Super Tritone, allungando lo scafo a m.8.03, con tappezzerie color avorio a coste e fasce verde pastello; in questa serie uno solo, del 1962, sarà aperto; i motori sono 2 Chris Craft da 275Hp. Con la serie 1961 il Tritone adotta le nuove tappezzerie del Super, con fasce verde pastello. La tappezzeria zebrata, opzionale, nel 1960 esce di listino. Cambiano i pomelli dei comandi del cruscotto. La linea dello scafo è stata modificata in corrispondenza della ruota di prora e la lunghezza passa da m.7.94 a m. 8.03, mentre il Super si allunga a poppa e diventa di m. 8.28. Sottocoperta lo sportello del gavone di prua non è più a rete ma in legno, con un traforo che raffigura un’ancora. La capacità dei due serbatoi del Super passa da 400 a 500 litri di carburante. Nel 1962 dal #169 si restringe lo spigolo di prua. Ghiacciaia e scaletta sono ora di dotazione standard. Nel 1963 vi sono migliorie al sottocoperta (gradino e letto più largo di 7cm.) ed all’isolamento termoacustico del vano motore. Vi sono anche nuovi silenziatori di scarico e le difese di prua sono 40cm. più lunghe. Nel Super viene, inoltre, imbottito il cielo della cabina di prua e vengono introdotte modifiche estetiche simili a quelle dell’Aquarama come il cruscotto, la sovrastante cornice in Honduras e la parte di coperta - tra il parabrezza ed il cruscotto - in mogano uniforme non filettato. Salpa-ancore a prua, falchette rialzate sui trincarini e cappello di prua di nuovo disegno, formante due prese d’aria con un unico passacavo centrale, completano l’introduzione delle caratteristiche dell’Aquarama nella parte prodiera del Super Tritone; i motori sono Chrysler da 290Hp. Nel 1964 il Super è fuori produzione e lo scafo del Tritone, sempre identico a quello dell’Aquarama, si allunga di 1cm. Si accentua, inoltre, la “V” della carena in corrispondenza della sezione maestra, ora più profonda; i motori sono d’ora in poi i Chris Craft da 185Hp. Dal #233 le murate sono lamellari e gli strumenti VDO, viti, tappezzeria e fianchetti interni seguono gli aggiornamenti degli altri modelli. Tuttavia il cruscotto rimane in formica. Dal #239 si approfondisce ulteriormente la “V” della carena. I Tritoni del 1965 e 1966 sono completamenti di fine produzione ed alcuni di essi, su richiesta dei clienti, vengono finiti in stile Aquarama.

Riva Aquarama

Dopo severi collaudi al prototipo del 1962, il Lipicar, l’Aquarama entra in produzione nel 1963.

Lo scafo è perfettamente identico a quello del Tritone Aperto, di cui viene cessata la produzione, con molte migliorie tecniche e funzionali. Le più evidenti sono l’alloggiamento per l’ancora a prua (chiuso con uno sportellino), la falchetta al perimetro del trincarino di prua, il cruscotto e la sua cornice in Honduras lucido (a partire dal #26 i nuovi VDO sostituiscono gli S.W.). I sedili di prua sono separati, con borsa sul retro schienale del pilota e tavolinetto ribaltabile sul retro dell’altro schienale. Il prendisole di poppa incassato e leggermente più largo - verso prua - è raggiungibile più agevolmente, rispetto a quello del Tritone Aperto, dalla scaletta da bagno, grazie ad un passaggio ribassato nella coperta di poppa. Notevole è la ricerca per migliorare la silenziosità ed il comfort di marcia. Inizialmente le murate sono ancora in fasciame; le murate lamellari, infatti, vengono applicate a partire dal #4. La tappezzeria dei primi modelli è bianca a coste con bordi neri e profili color arancio.


Alla fine del 1963 entra in vendita anche il Super Aquarama, lungo m.8.28, con motori Chrysler da 290Hp. La serie 1964 si arricchisce degli aggiornamenti descritti per il Tritone, oltre ad una nuova ghiacciaia posta sotto il pagliolo, tra le due file di sedili.

Il pagliolato è dotato ora di sportelli scorrevoli, anzichè a ribalta. Dal #34 la carena riceve le stesse modifiche apportate a quella del Tritone. Nel 1966 vengono utilizzati i motori Crusader e prodotti alcuni prototipi con carene diverse. La carena del #178 sarà quella della serie 1967, che si allunga a m.8.25. Oltre alla nuova carena, più dolce in navigazione, Aquarama e Super possono vantare i nuovi motori Riva, frutto della collaborazione tra Riva e Crusader. Inoltre, sotto il lettino, viene istallato un WC marino e le tappezzerie sono ora turchese/avorio per l’Aquarama e aragosta/avorio per il Super. La serie 1969 con il #309 mostra una nuova ruota di prua più sfuggente, con nuove difese ed un nuovo cappello di prua il cui disegno è costituito da un’unica presa d’aria invece delle due precedenti. Con il #316 lo spigolo di poppa è più alto di cm.9. Nel 1971, con il #444, cambiano le prese d’aria del vano motore poste sulle murate laterali, per disegno e per numero (ora solo due), mentre la lunghezza è di m. 8.30. Con il “Lipicar IV” - il #486 - cessa la produzione, oltre che dell’Aquarama anche del Super Aquarama, dal 1970 lungo m.8.50.


Nel 1972 vengono prodotti sette Aquarama Lunghi, così chiamati perchè lunghi m. 8.50 (dal #496 al #502). Hanno anch’essi sulle fiancate due sole prese d’aria, come gli ultimi esemplari del 1971 e, sul cruscotto, nuovi pulsanti d’avviamento motori con cappuccio ingomma.

Riva Aquarama Special

La serie Special parte con il #503

Vede realizzare nel 1972 una proposta del 1968, fatta dall’Architetto Giorgio Barilani, volta a modificare la poppa dell’Aquarama per una maggiore praticità. Lo scafo viene allungato con una poppa più inclinata che incorpora, infatti, sia i gradini di risalita dall’acqua che una comoda plancetta da bagno, anticipando una soluzione oggi universalmente adottata. Il cruscotto in mogano è arricchito da otto strumenti VDO, quelli ridisegnati nel 1970 per i Riva- Bertram. Essi sono a fondo nero, senza centro cromato e con cornice antiriflesso. Gli strumenti centrali, tre nel cruscotto dell’Aquarama, ora sono due. Il volante è, nei primi esemplari, quello dell’Aquarama, presto sostituito da uno simile, semplificato con al centro un tappo inox con incisa la scritta Riva. Gli interruttori a levetta con cappuccio in gomma sostituiscono quelli a tiretto.

Con il # 556 del 1973 cambia il fanalino di poppa. Con il #593 del 1974 il cielino della cabina è tappezzato interamente. Cambia il cruscotto nella serie 1977, a partire dal #666: nuovo volante di produzione Momo, disegnato da Barilani per i Riva Bertram, qui con la corona bianca. Nuovi strumenti a fondo grigio, per un totale di dieci quadranti e, di essi, due al centro del cruscotto. La sirena è sostituita da una tromba elettrica e le luci di via, ora fissate al parabrezza, sono del tipo Olympic. I tappi imbarco carburante sono del tipo a filo coperta. Dal #686 del 1978 le bitte sono del tipo Super America, con il fuso simmetrico e non più a siluro, e viene eliminato un contaore. I maniglioni a poppa vengono montati di serie con il #696. Nel 1979 cambiano le leve gas e gli interruttori a levetta vengono dotati di targhette d’identificazione. Nel 1990 cambiano gli strumenti, ora 10 grigi e più piccoli. Nel 1995 gli ultimi sette prodotti hanno una targa d’argento sul cruscotto.

Riva Florida

Il Florida nasce alla fine del 1952 allungando il disegno del Sebino

È lungo m.5.40, con coperta in massello Honduras filettato di acero nelle giunzioni. Ha il parabrezza in cristallo - in due parti - con sedili e fianchetti laterali in vipla verde imbottita e materassino prendisole in tela verde trapuntata. Gli strumenti di controllo sono americani (S.W./Chris Craft) a fondo nero. Le tasche laterali portaoggetti sono in rete di ottone cromato. Con la serie 1953 il parabrezza è a vetro unico (la produzione delle serie inizia dopo l’estate dell’anno precedente a quello di riferimento). Nel 1955 vengono adottate le stesse modifiche indicate per il Sebino (ordinate a 16 cm., parabrezza unico, fasciame applicato con l’ausilio di collanti, nuova scatola sterzo, viti con testa a croce per la carena e alberi in Monel metal). Le tappezzerie sono ora in vinilpelle e Saran a disegno scozzese verde. Con la serie 1957 la coperta è in Honduras lamellare con filetti di acero. Con la serie 1958, primo al mondo, Riva adotta le murate lamellari a triplo fasciame, sagomate in un pezzo unico. Il parabrezza è ora panoramico in cristallo Visaterm.

La serie 1959 presenta un nuovo disegno del cruscotto, che adotta i nuovi strumenti (S.W./Chris Craft) dal #288 del 1958, tasche laterali in legno sagomato, tappezzeria in vipla gialla e saran a quadrettini bianchi e neri al posto dello scozzese verde. Il materassino prendisole è in tela makò gialla. Nel 1960 il Florida monta il nuovo volante a calice, già montato sugli altri modelli; il serbatoio è ora in acciaio inox con capacità di 100 litri invece di 90. Sul cruscotto compare la scritta “Florida” al posto di “Riva Chris Craft”. Dal 1960, su tutti i modelli, le viti hanno la testa a croce anche per il fissaggio delle modanature cromate. Nel 1961, con l’adozione del nuovo motore 8VChris Craft - depotenziato da 185Hp. a 4000 giri a 160Hp. a 3600 e dotato di invertitore idraulico - la leva di comando d’inversione è portata al volante. Si passa, inoltre, dall’impianto elettrico a 6 volt a quello a 12 volt. Lo scafo viene leggermente modificato in carena, in corrispondenza della sezione maestra, per addolcire l’impatto sull’onda. Viene, inoltre, allungato a m. 5.50 e lo specchio di poppa è ora arrotondato perchè costruito in lamellare sagomato. L’elettro-sirena è ora di serie. Nel modello 1963 viene aumentato lo slancio di prua di 7 cm. e le difese cromate di prua sono più lunghe di 25 cm., la lunghezza totale è m. 5.59.

Riva Super Florida

Nel 1953 viene realizzato il primo “Florida Super”

La produzione regolare inizia alla fine del 1954 con la serie 1955. Rispetto al primo esemplare costruito, lungo m.5.82 e largo m.1.94, la serie 1955 introduce un maggior numero di ordinate a 22 cm. d’interasse e tutte le modifiche apportate al resto della produzione Riva (uso di collanti per il fasciame delle murate, scatola sterzo, asse elica, viteria “Phillips”, bussola al supporto asse elica “Goodrich”, tappezzerie in vinilpelle e saran, oltre a contaore e temperatura acqua elettrici). La larghezza diventa di m.2.16  e la lunghezza di m.5.90. Nel 1957, con inizio dal #219, la coperta è in lamellare Honduras a tre strati con incorporati i listelli bianchi. Con la serie 1958 anche murate e specchio di poppa sono in lamellare preformato e la poppa ha un disegno arrotondato. La serie 1959 ha molte novità, introdotte dal #238 del 1958: il volante a calice, i nuovi strumenti S.W./Chris Craft con ridisegno del cruscotto e nuove tasche laterali. La fascia di vipla degli schienali è a “V”, in color avorio. Nel 1960 la denominazione diviene “Super Florida” e compare sul cruscotto al posto di “Riva Chris Craft”. Con l’adozione dell’8V Chrysler il comando invertitore è spostato al volante, l’indicatore di temperatura è a due scale - una per bancata - l’impianto è a 12 volts e il serbatoio inox da 130 litri anzichè 100. Sopra il cruscotto viene fissato un portaoggetti in plexiglas. Tutte le viti hanno la testa a croce.

Nella serie 1961, così come sugli altri modelli, l’elettrosirena è di serie. La carena è leggermente modificata in corrispondenza della sezione maestra. Nuova tappezzeria con Resinflex a rugosità accentuata. Color rosso sui bordi degli schienali e della seduta anteriore, con interni del sedile e degli schienali imbottiti a coste color avorio. Il disegno a “V” sugli schienali è ora rastremato. La capottina, a richiesta, è dotata di finestrini laterali apribili. Nel 1962 vengono apportate nuove modifiche alle carene e la lunghezza effettiva è di m.5.92. Il sedile pilota si può ora ribaltare. Nel 1963, oltre a modifiche d’insonorizzazione, esteticamente cambiano solo le difese di prua cromate, 35cm più lunghe. Le principali modifiche della serie 1964 sono: la maggior lunghezza (m.6.07, dovuta ad un maggior slancio di prua), il cruscotto che è ora in Honduras e non più in formica (con profilo superiore sporgente in legno massello) e la strumentazione che è ora VDO, innovativa per estetica e per tecnologia. Le viti a legno sono modificate nel taglio ora Reed&Prince. La tappezzeria è ora d’importazione americana. I fianchetti interni sono realizzati sempre in mogano, ma ora del tipo Honduras. Dopo sperimentazioni sulle carene effettuate nel 1966, la serie 1967, a partire dal #992, ha una nuova carena con un “V” più accentuato e motore Riva Crusader. I fianchetti interni (burloni) sono ora più alti e rivestiti con tappezzeria in vipla imbottita a coste, simili a quelli dello Junior. Le misure diventano m.6.25x2.20 nel 1967 e 6.27x2.20 per l’ultima serie speciale di fine 1968, che ha la coperta simile a quella dell’Olympic.

Riva Junior

Nasce nel 1966 per sostituire il Florida

Misura m.5.55x2.16 - m.5.70 dal 1967 - e il motore è il Chrys Craft da 185 Hp. nel 1966, Riva 180 dal 1967 e Riva 190 dalla metà del 1969. Concepito con scopo utilitario e di più semplice manutenzione, sia per la pesca che per lo sci nautico, è caratterizzato da un grande pozzetto percorribile in piedi, protetti dalle murate, girando attorno al cofano motore ed al sedile di pilotaggio. Per una più agevole manutenzione fiancate e specchio di poppa sono pitturati di bianco e lo stile strizza l’occhio alla moda USA degli “utility”. Il disegno dello specchio di poppa, ripreso anche nell’Olympic, ha lo scopo di proteggere i passeggeri dagli spruzzi del mare di poppa. La tappezzeria è turchese e bianca e riveste anche il cruscotto.

Viene lanciato con lo slogan ”E’ la bomba dei giovani”. Gli strumenti sono ancora SW/Chris Craft. Il pozzetto è protetto, verso poppa, anche da un comodo tientibene in mogano con un elaborato supporto anteriore in bronzo cromato, che incorpora la presa d’aria motori. Nel 1967 con lo scafo #125 aumenta la lunghezza e con il #129 cambiano le sezioni di carena. Con il #162 vengono montati gli strumenti V.D.O., ma con fondo verde pastello. Il #239 del 1967 è lo scafo di prova per la serie 1978 con una carena definitiva (V di 10° allo specchio di poppa e di 18° a mezza barca). Con il #612 il pulsante di avviamento è protetto da un cappuccio in gomma. Incontra grande successo anche come tender di grossi yacht. Nel 1972 verrà sostituito dal Rudy, di disegno molto simile, un po’ più lungo ma in vetroresina.

Riva Olympic

Nato nel 1969 per sostituire il Super Florida

Ha il medesimo concetto progettuale dello Junior (potremmo definire il tipo “pluriuso”, tipo che in america viene chiamato “utility”). Barca, quindi, per tutti gli usi: sia come tender che come barca per portare tutta la famiglia a passeggio, a fare il bagno o a pesca, oppure per praticare lo sci o per il noleggio. Ma barca lussuosa, seppur più leggera degli ultimi Super Florida. Nata da un progetto maturo, misura m.6.55x2.25 ed è motorizzata con un Riva 220 e dal 1973 con un Riva 270. con dettagli raffinati, sopravvive alla concorrenza della vetroresina fino al 1979, con poche modifiche. La tappezzeria è turchese e panna con i burloni panna. Il cruscotto in mogano e gli strumenti V.D.O. ne sottolineano la continuità con il Super Florida. A partire dal #62 parabrezza e cristalli sono di nuovo tipo.

Con il #147 del 1972, gli interruttori sono a levetta ed il pulsante di avviamento è protetto da un cappuccio in gomma. Con il #150 l’Olympic adotta gli strumenti V.D.O. del tipo nuovo, quelli disegnati per i Riva in fiberglass, ed il volante a calice semplificato. Con il #194, l’ultimo del 1973, la tappezzeria è in skai blu e panna, con il #199 del1974 il materassino è di nuovo disegno, mentre con il #205 l’imbottitura diviene a coste larghe per cuscini, schienali e burloni. Con il #240 del 1977 il tappo d’imbarco carburante è del tipo a filo coperta e gli strumenti combinati sono grigi come quelli dello Special di quell’anno. Gli ultimi esemplari del 1979 montano, infine, leve di comando nuove, targhette di identificazione per gli interruttori a levetta e volante Momo. Gli ultimi esemplari vengono venduti fino al 1983.